In quanto uomo, m'impegno ad affrontare il rischio dell'annientamento perché due o tre verità gettino sul mondo
la loro luce essenziale (Frantz Fanon)

mercoledì 22 gennaio 2014

Europa e Mediterraneo. Terza parte.

La convivenza pacifica tra nord cristiano e sud musulmano si incrina con l'irruzione nella penisola dell'Anatolia dei Turchi Selgiuchidi.
La loro minacciosa incombenza è un pericolo costante per il fragile impero d'oriente.
I Turchi vessano le carovane dei pellegrini diretti alla Terra Santa e questa diventa la ragione che induce a indire la Prima Crociata (1095 - 1100).

La vittoriosa impresa portò alla formazione di regni latini nel vicino oriente.

I regni latini d'oriente erano continuamente esposti alle iniziative dei turbolenti vicini. La contea di Edessa viene conquistata nel 1144 da ‘Imād al-Dīn Zengi, atabeg di Aleppo e Mossul. Ritornata brevemente in mano cristiana, viene definitivamente ripresa dal figlio di di Zengi, Nūr al-Dīn ibn Zengi (Norandino).
In seguito alla caduta di Edessa, Papa Eugenio III indice la Seconda Crociata il 1 dicembre 1145.
L'esercito franco-tedesco crociato subisce una serie di pesanti sconfitte che culminano in una disfatta nei pressi di Antiochia (1147).
Tra le due componenti non regna buon sangue e i crociati sono invisi anche alle locali popolazioni cristiane, stremate dalle razzie con cui si cercano di risolvere i problemi di approvvigionamento.
E' in tale poco brillante situazione che si decide di porre sotto assedio Damasco, considerata strategica per la sua posizione. 
E' un errore politico, perché il potentato indipendente di Damasco ha sempre mantenuto buoni rapporti con la cristianità proprio per evitare di essere iglobato nei domini di più potenti correligionari.
Di fronte all'attacco crociato, Damasco deve però chiedere aiuto a Norandino.
Dopo solo quattro giorni di assedio, i crociati si ritirano nel luglio del 1148. Così termina la seconda crociata.
Norandino domina, ora, la Siria e si volge all'Egitto.
I regni cristiani d'oriente sono stretti in una morsa
Minacciato da Norandino, il visir egiziano chiede aiuto al re di Gerusalemme Amalrico I (1163).
Dopo alterne vicende, che comprendono anche una rovinosa invasione del principato cristiano di Antiochia, da parte delle forze di Norandino, agli ordini del curdo Shirkuh, Amalrico rompe l'alleanza e pone sotto assedio il Cairo.
Il visir egiziano deve allora allearsi con l'antico nemico.
Amalrico non ha forze sufficienti e deve ritirarsi, nel frattempo, però, Norandino ha esteso, indisturbato, il suo dominio a tutta la Mezzaluna Fertile (1168).
Shirkuh muore poco dopo la conquista del Cairo, gli succede il nipote Saladino (1169). Anche Norandino muore di lì a poco (1174). Saladino ne sposa la vedova e fonda una propria dinastia.
Nella scorreria di Shirkuh su Antiochia, era stato fatto prigioniero il principe Rinaldo di Châtillon. Libero dopo quasi dieci anni di prigionia, Rinaldo incomincia ad organizzare colpi di mano, in terraferma e sul Mar Morto, contro i pellegrini diretti alla Mecca. Le parti si sono invertite.
Fu dopo una di queste scorrerie che Saladino, ingiunse, pena la guerra, la liberazione dei prigionieri. Rinaldo, malgrado le insistenze di Guido di Lusignano, re di Gerusalemme, rifiutò.
Saladino ebbe così il pretesto per muoversi contro i regni cristiani. Sbaragliate le truppe cristiane nei pressi di Tiberiade, Saladino conquistò celermente San Giovanni d'Acri e Gerusalemme (1187).
Sono maturi i tempi per una nuova crociata, il re di Francia Filippo Augusto e il re Enrico II di Inghilterra, che sono in guerra tra loro, sospendono le ostilità.

Torna alla seconda parte.





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